Probabilmente fino all’estate del prossimo anno i droni delle forze armate svizzere non saranno operativi. In questo modo saranno messi in funzione con un ritardo di circa tre anni.
È stato sottovalutato dal fornitore israeliano l’impegno che un progetto innovativo ha generato. Ciò è quanto indicato dal capo dell’armamento Martin Sonderegger in una recente intervista avuta con la Neue Zurcher Zeitung. La consegna ha subito il ritardo anche a causa della pandemia di Covid-19, con i tre lockdown nello Stato ebraico, e a causa dello schianto di un drone avvenuto lo scorso agosto. Attualmente in Israele i velivoli hanno preso il volo, in Svizzera si potranno vedere volare entro la fine della prima metà del 2022.
Cosa potrà fare il nuovo velivolo
Il nuovo velivolo sarà in grado di volare solo insieme ad un aereo inizialmente. Sarà usato da solo quando sarà approvato in Svizzera il nuovo sistema di sensori. Si tratta di una tecnologia sense-and-avoid che è progettata per la rilevazione degli ostacoli nello spazio aereo. Inoltre è utile anche per prevenire collisioni con aerei ed elicotteri. Stando a quanto detto da Sonderegger, in Svizzera sono elevati i requisiti per gli adattamenti. Non è mai stato approvato un drone di tali dimensioni dall’Autorità dell’aviazione civile israeliana. Inoltre i droni ordinati dalla Svizzera sono dotati di motori diesel, quindi i dispositivi sono più pesanti e richiedono modifiche alle ali.
Il dibattito del 2015
Nel momento in cui si è avuto il dibattito sull’acquisizione dei sei velivoli avuto nel 2015 alle Camere federali per 250 milioni di franchi, era stato già mostrato disagio da alcuni membri del parlamento per il fatto che era stato scelto un prodotto israeliano. Inoltre si è avuto da ridire anche sul fatto che il prodotto in questione non era ancora pronto per la produzione in serie.
Purtroppo quando si ci ritrova ad ordinare un prodotto nuovo è lecito incorrere in qualche tipo di rischio e ritardo.
I nuovi droni appena ordinati
Al momento la Confederazione non ha alcun tipo di drone da ricognizione. L’esercito ha ordinato 6 droni Hermes 900 HFE. Ognuno lungo 9 metri, e con un apertura alare di 17 metri. Sono stati ordinati dal produttore israeliano Elbit e non è previsto che siano muniti di armi.
Il nuovo velivolo ha la capacità di restare per aria fino a 24 ore e rileva aerei, droni e missili. Inoltre tali apparecchi vengono utilizzati anche per sostenere il Corpo delle guardie di confine per il monitoraggio della frontiera, per valutare la situazione a seguito di una catastrofe naturale e per la ricerca di persone scomparse in montagna.